"Doing business, al via tavolo permanente".. Vogliono riformare il cpc senza i principali interpreti
Scritto da Administrator   
sabato 07 aprile 2012
 
"Innalzare la posizione dell’Italia che nell’annuale rapporto pubblicato dalla Banca Mondiale sugli ostacoli all’attività d’impresa in 183 paesi del mondo si é quest’anno classificata 87/ma, ancor più in basso rispetto all’83/ma posizione del 2011. E’ questo l’obiettivo che intende raggiungere il tavolo permanente "Doing business: profili regolatori" oggi costituitosi presso il ministero della Giustizia assieme ai dicasteri dell’Economia, dello Sviluppo Economico e della Funzione pubblica, con il contributo della Banca d’Italia. Del tavolo fanno anche parte esperti di associazioni imprenditoriali (Abi, Ania, Confindustria, Alleanza delle Cooperative, Assonime, Rete Imprese). 

Durante la prima riunione, alla presenza del guardasigilli Paola Severino e dei sottosegretari Andrea Zoppini e Salvatore Mazzamuto, sono stati definiti gli obiettivi del tavolo: predisporre una serie di interventi normativi da adottare entro il prossimo maggio per incrementare la performance dell’Italia già nel rapporto "Doing Business 2013" e avviare un processo di riforme più organico da realizzare nel medio periodo per migliorare stabilmente l’assetto regolatorio italiano, accrescendone flessibilità ed equilibrio. “Intendiamo così incidere sui fattori negativi che scoraggiano gli investimenti nel nostro Paese”, ha sottolineato il ministro Severino. Tra le diverse aree d’intervento assumono particolare rilievo le semplificazioni per la costituzione delle Srl, una migliore disciplina per l’utilizzo delle garanzie mobiliari, la revisione delle procedure esecutive nell’ambito del processo civile per accelerarne i tempi."
 
Ecco l'ennesimo colpo all'avvocatura: il Ministro "Avvocato" Severino ha dato vita ad un tavolo permanente per discutere, tra l'altro, della riforma del processo civile ai fini del miglioramento dell'impresa in Italia. In buona sostanza, operare sul processo civile per il fine del business (Doing business è infatti il nome dato all'iniziativa).
Già il fine indicato delinea miseramente i limiti dell'eventuale intervento. Si aggiunga, oltretutto, che gli interpreti designati alla detta opera di riforma non sono quelli che concretamente lavorano nel processo: ossia gli Avvocati e i Magistrati.
 
"...giuristi, legislatori, giudici concorrono in un unico atto all'avvento del giudizio" Così la vedeva S. Satta nel 1956.
 
Già pronte diverse iniziative degli Avvocati romani per sensibilizzare il dicastero ad accogliere anche i suggerimenti dell'Avvocatura.. 
 
Sotto il link dal Ministero della Giustizia: 
 
http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_13_1_1.wp?previsiousPage=homepage&contentId=COM737347